giovedì 19 luglio 2012

Musicoterapia e Alzheimer - Riflessioni (6)

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La respirazione buccale – aprire un nuovo canale energetico

Francesca tiene normalmente la bocca completamente serrata e in tensione. La apre volontariamente solo per bere e mangiare, pur con qualche difficoltà motoria legata alla forte tensione locale. La bocca chiusa, su un piano simbolico, può essere riportata a due significati diversi ma correlati: repressione della propria aggressività (morderei e urlerei, ma ho paura e quindi sbrano me stessa, tenendo tutto dentro, rimasticando i denti); tentativo di mantenere il controllo sul mondo esterno e sulla propria emotività (sto perdendo il controllo, mi devo aggrappare a qualcosa, serro la bocca).
La tensione ha modificato negli anni l’espressione di Francesca, che si mostra in una chiara curva verso il basso, come nella tipica, stilizzata faccina che indica la tristezza.


l'espressione abituale di Francesca. Notare la curva della bocca e la tensione al collo

La tensione buccale, d’altra parte, è inserita in una complessiva gestalt psico-fisica nella quale paura, rabbia e perdita di controllo sono associati a rigidità dovute alla degenerazione cerebrale.
L’assenza di parola di Francesca si inserisce in questo quadro. La sua chiusura, la sua bocca serrata, la sua decisione inconscia di non lasciar uscire nulla di sé, impongono il silenzio. Ricordiamo, a questo proposito, che tenere la presa, stringere l’osso, sono reazioni molto antiche, sul piano filogenetico, che precedono la possibilità dell’uomo di utilizzare le mani per la manipolazione del mondo. Prima delle mani e della posizione eretta, infatti, era la bocca il principale strumento di prensione, come accade per la maggior parte degli animali. È naturale, inoltre, che stringere coi denti la realtà esterna, impedisce l’articolazione della bocca per poter emettere i suoni e parlare.
A questa forza primitiva, oscura e profonda, si oppone per sua natura la vibrazione del suono. Alla contrazione esistenziale di Francesca, risponde il suono che è distensione, dispersione, armonizzazione, contatto, relazione. Il massaggio sonoro, che è stato compagno di viaggio di Francesca per più di un anno, ha lavorato a livello superficiale (delle tensioni del corpo) e a livello profondo proprio nella direzione del lasciar andare. Lo stesso dicasi, su un piano più espressivo e concreto, in merito al lavoro di dialogo sonoro e di danza-movimento terapia, dove si sono cercate insieme nuove modalità per sostenere e valorizzare le energie residue e la possibilità di Francesca di tornare a esprimersi come un essere umano completo malgrado le fratture provocate dalla dimenticanza e dall’assenza che la malattia degenerativa provoca.
L’intuizione mi ha suggerito, un giorno, di provare a tappare il naso di Francesca con due dita, per portarla a respirare con la bocca, lasciando così andare la tensione. La nuova proposta (una provocazione?!) è stata realizzata con grande cura, verbalizzando quello che stavo facendo, con un contatto morbido e delicato, per quanto deciso. Sorprendentemente, Francesca non ha rifiutato l’occlusione, e in poco tempo ha accettato di aprire la bocca, iniziando a respirare in modo diverso. Nel corso delle terapie successive, abbiamo utilizzato un tappanaso da piscina, che è stato mantenuto (e accettato) per più di un’ora di lavoro.


La bocca che si apre è un nuovo canale energetico (concreto e reale, ma anche simbolico) che si mette in movimento: ritmi respiratori diversi, più profondi e, soprattutto all’inizio, più sincopati, irregolari, con lunghe apnee; sbadigli; progressiva distensione della muscolatura della mascella e, parzialmente, delle spalle; apprendimento e accoglimento di un diverso modo di entrare in relazione con il mondo esterno (prendere e dare l’aria dalla bocca, dalle viscere, passando attraverso le corde vocali); lasciare uscire il proprio alito, dall’odore acido e nauseabondo; progressiva nuova regolarità respiratoria; mollare la presa causata dalla paura; giorno dopo giorno, riduzione del cattivo odore dell’alito.
Uno dei temi che ho sempre sospettato essere collegato al serrare la bocca, come accennato sopra, è quello della rabbia. E ne abbiamo avuto presto una conferma. Francesca ha infatti avuto chiare espressioni di aggressività, modulate attraverso il cambiamento dell’espressione della bocca, della sua curva, e su un piano più attivo, stringendo con forza, in un rapido scatto, le sue mani sulle mie.


appena indossato il tappanaso: la bocca trema, ed emerge chiaramente la rabbia


progressivamente la bocca si rilassa, il respiro si apre allo sbadiglio, la rabbia c'è ancora

L’apertura della bocca, il lasciar andare la presa per poter respirare, per poter continuare a vivere, riportano alla luce quanto viene ingoiato, fanno emergere le emozioni trattenute, nascoste. Quelle positive (l’espressione del viso cambia, e in alcuni casi Francesca accenna un sorriso); quelle negative, come nel caso della rabbia.


Francesca con il tappanaso, al termine di una seduta. Notare il cambiamento di espressione e
della curva della bocca, e la riduzione della tensione del collo (confronta con l'immagine a inizio capitolo)

(fine sesta parte - continua)

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